Dialoghi intimi

Maria Paola Coda

1 marzo – 18 marzo 2019
inaugurazione 1 marzo, 17.30

Quando si incontra il lavoro di Maria Paola Coda per la prima volta (Novi Ligure, 1981), subito viene impressione di trovarci davanti un’opera classica. La poetica pittorica di Coda risponde al lavoro eccezionale di coloro che coesistono col universo in continua espansione. Si tratta di un mondo personale cucinato al fuoco lento per un tempo indefinito, forse da prima della nascita attuale dell’artista. Coda ha un dono; la sensazione che uno può avere guardando le sue opere è la stessa che quella che appare mentre leggendo Odissea di Omero oppure ascoltando la Nocturne di Chopin. Le opere di Maria Paola Coda non sono solo intramontabili, anche se liriche, suggestive, ma anche le finestre verso un grande oltre. Il tempo e lo spazio di ogni dipinto sono sospesi a favore di una lettura polimorfica.
Noi non siamo di fronte ad un semplice dipinto, l’artista non ci lo serve così semplicemente. Per lei, l’astrazione è sinonimo di rispetto (verso arte ed il destinatario). Il suo processo creativo risiede nella ricerca permanente della bellezza nascosta nello stato d’anima. Così il messaggio e la forma non possono essere le figurazioni mere della condizione umana, hanno bisogno di un background – quello dell’autore – gentilmente trasmesso allo spettatore. Maria Paola Coda issa il suo linguaggio e c’insegna che non c’è bellezza senza la cultura, e che per tradurre la vita normale alla lingua dei fiori è essenziale guardare, respirare e amare correttamente. Solo così, dall’apice all’esperienza radicale, potremmo arrivare ad una festa di arti, offerta a noi tramite sue opere velate, ma pieni di verità.
La pittura di Maria Paola Coda è generosa, implica una preoccupazione formale così come materiale. Noi siamo strati di tempo, sovrapposizioni di stati mentali, cocktail di umore, strati di pensiero ed esperienza, enjambments di espressione e di comunicazione.
Dipingere il movimento della vita umana oppure di un pensiero particolare o di stato di mente è d’ingegno, però operarlo visivamente per mezzo dell’arte è creare i mondi possibili e piani impossibili. La pittura materiale di Maria Paolo nasce come un monumento rispettoso alla bellezza così come un canale per le emozioni poetiche alla mutazione. Il linguaggio di Coda fa emergere un dialogo che va oltre “ti piace?”, “che cosa ti racconta il dipinto?”. L’artista non dipinge per affermare o negare qualcosa in modo categorico, lei fluisce come l’energia e non chiede nemmeno una reazione dallo spettatore, i cui occhi saranno riempiti con colori e le emozioni antagonistiche, se necessario. La pittura, proprio come la vita, segue il ritmo multiplo dell’universo.
L’intelligenza lucida di Maria Paola Coda è un merito incontestato: la sua luminosità emette la nostalgia, il tempo che si è fermato e crea una realtà sottomessa alla terribile tirannia dell’orologio. Lei vuole svelare la realtà moltiplicandola e cucinandola sul fuoco basso senza fretta perché sennò la superficialità dominerà il mondo. Coda tramite la sua pittura postula la metafisica dei mezzi e, allo stesso tempo, osa porre le domande con le apparenze come punto di partenza. Il dubbio ci fa pensare più profondamente, e allora non ci lasciamo manipolare da presunte certezze o da verità di fede. L’artista scava in fessure e buchi per vedere quello che si può trovare, cosa lei può darci.

BIOGRAFIA


Nata nel 1981 in Italia; laureatasi all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, dal 2006 vive e lavora a Girona.
Le sue personali iniziano nel 2004 in Italia. Da allora le sue opere sono state esposte a Girona, New York, Barcellona, Ourense e Firenze. Nel 2004 ha ricevuto una menzione speciale al Concorso Internazionale d’Arte Contemporanea di Postiniano. 
Il suo processo creativo consiste nella continua ricerca della bellezza nascosta nel complesso delle manifestazioni psichiche dell’individuo. In questa prospettiva, il messaggio e la forma non possono pertanto tradursi in semplici raffigurazioni della condizione umana. La pittura materiale di Maria Paola Coda nasce come una serie di fedeli testimonianze della bellezza, ma al contempo si presenta anche come veicolo di emozioni poetiche che ineriscono alla metamorfosi. Quella di Maria Paola Coda può definirsi pittura generosa, nel senso che vi è implicata un’intenzionalità tanto formale quanto materica. Noi siamo sedimenti del tempo, sovrapposizioni di stati mentali, fusioni di stati d’animo, stratificazioni di pensiero ed esperienza, enjambement di espressione e comunicazione. Attraverso il suo stile pittorico, Coda si fa artefice di una metafisica dei mezzi espressivi e, nello stesso tempo, pone i propri interrogativi alle apparenze da queste medesime prendendo le mosse.

WE ARE LAYERS OF TIME (SIAMO STRATI DEL TEMPO)

Anna Carreras