Éxodo

Gustavo Maestre
 

Credo che nella storia dell’arte e del pensiero
c’è sempre stata in ogni momento della nostra cultura
una volontà di rinnovamento.
Questa volontà non è solo una prerogativa dell’ultimo decennio.
Tutta la storia non è altro che un susseguirsi di crisi, di rotture, rifiuti e resistenze.

 Eugène Ionesco

Il vero compito di un Artista è quello di gridare a gran voce il proprio pensiero, poiché è nel flusso di coscienza delle proprie riflessioni e ispirazioni estetiche che sogni e paure prendono forma. È nella smania creativa che la tela bianca diviene una pagina d’esistenza pura e sincera, in cui i drammi personali e universali si amalgamano alle speranze e alle utopie che ogni Uomo porta in sé. Allo stesso modo Gustavo Maestre dipinge con l’impeto e con la passione che gli sono propri, mischiando con energia pensieri e colori in sferzanti pennellate che sembrano quasi voler annullare un dolore restio a svanire e a essere dimenticato. Il mondo multicromatico ed espressionista di Gustavo nasconde una lacerazione profonda, che atto estetico dopo atto estetico spinge per uscire fuori dalle forti mani di un Uomo d’Arte che ha saputo fare dell’artigianalità del mestiere pittorico un vero e proprio momento intellettivo di critica e di denuncia sociale. Non v’è opera dell’Artista che non abbia riguardi e senso critico verso una complessa modernità crudele e annientatrice, troppo vincolata e vincolante per essere una facile via di fuga. Eppure l’ “Éxodo” sembra essere l’unica strada da percorrere in una crisi perenne che non può essere ridotta alla politica, ma che al contrario investe a trecentosessanta gradi la Vita nella sua interezza e totalità: una crisi umana della morale e del senso civico inarrestabile, che non lascia scampo ma che fa riflettere e operare intellettualmente. Tuttavia l’Esodo non è il fenomeno di chi scappa da una Madre Patria morente: l’Esodo è quello del pensiero che cerca invano di aggrapparsi ai miraggi e alle attese di tempi migliori.

Fra croci, parole di denuncia, cuori trafitti, solitudine, disperazione, uomini e donne che se ne vanno in un anonimato effimero, angeli caduti, simboli che rimandano ad ancestrali e mitologici eventi ed emblemi sacri ridotti nell’ironia al proprio Nulla, v’è nel colore di Gustavo Maestre la consapevolezza che attraverso l’Arte la Rivoluzione e il Cambiamento possono ancora essere possibili; v’è nei suoi giocattoli e ninnoli assemblati sui più disparati oggetti la necessità di una rinascita vera e realistica; v’è, ancora, una forte tendenza alla Libertà e una positiva propensione a sventolare la bandiera dell’Ego, poiché la Vita esiste e i confini del Possibile sono vicini, basta varcali e non cedere alle ingiustizie.

 Laura Monaldi

BIOGRAFIA


Nasce a Barcelona in Venezuela.
Pittore, scultore e grafico, ha conseguito nel 1975 il diploma all’Escuela Artes Platicas A. Reveron della sua città; si è diplomato nel 1979 in incisione e serigrafia all’Istituto Tres Rayas di Madrid e nel 1985 in tecniche della ceramica all’Istituto Statale d’Arte di Sesto Fiorentino, Firenze. Vive e lavora a Prato.
Ha tenuto personali, sia a livello nazionale che internazionale: Avana (Cuba) Madrid, Modena, Milano, Parigi, Toulouse, Puerto la Cruz (Venezuela), ha esposto più volte a Firenze, Prato e territorio. Le sue opere sono presenti in collezioni italiane e straniere.