un silenzio che dà voce

Kanaco Takahashi

8 gennaio22 gennaio 2020
inaugurazione 8 gennaio 2020, 17.30 

Mostra a cura di 
Matteo Galbiati e Raffaella Nobili

 

Verrà presentata una serie di disegni a matita montati su tavola parte dei quali realizzati per l’occasione.
Contraddistinguono l’uomo, l’operosità sistematica e il dinamismo organizzativo con la pluralità dei suoni diversi che accompagnano la sua evoluzione. Esistiamo occupando spazi interessati da una complessità visiva crescente ritmata da un brusio di sottofondo che avvolge e stravolge i nostri sensi. Rumori interiorizzati esigono eterna continuità e presenza. Su questi aspetti Takahashi pone il suo pensiero e la sua ricerca riflettendo sulla specificità del silenzio come condizione rigenerante in stretta connessione al vuoto. Concepisce il silenzio come il tempo della sottrazione da una condizione di perenne attività.
In questa condizione lo spirito si quieta e ogni istanza ritrova la propria dimensione originaria ponendo le condizioni all’ascolto. Il silenzio e il vuoto quindi, da noi spesso concepiti come momenti privi di senso perché funzionalmente poco utili, rivestono per l’artista l’antecedente generatore di uno stato emotivo integro che predisponga l’animo alla contemplazione dei misteri del mondo.
S
i chiede se il cuore dell’uomo racchiuda in piccolo la medesima composizione dell’universo.
Stabilendo un rapporto di intima corrispondenza con l’esterno Kanaco può sondare la vita segreta delle cose.
 

“Il silenzio appartiene alla struttura fondamentale dell’uomo, è il suo cuore.

Sant’Agostino

BIOGRAFIA


Kanaco Takahashi nasce in Giappone nel 1983.
Nel 2006 si laurea in Design presso la Joshibi University of Art and Design. Dopo aver studiato pittura all’Académie de Port-Royal a Parigi, viaggia per l’Europa ai fini di studio. Tornata in Giappone le viene conferito il Premio Milano da parte della Joshibi University of Art and Design. Nel 2011 collabora con lo studio Migliore+Servetto.
Attualmente vive e lavora a Milano. Impegnata in vari progetti tra Italia e Giappone negli ambiti di arte e design, la sua ricerca è da sempre legata all’interazione tra la sensibilità umana e le differenti sfaccettature della realtà.